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Osaka 25/08/2007. La mia sorte
lavorativa mi porta un’altra volta a seguire i Mondiali di atletica. Sono
arrivato in Giappone per occuparmi dello spazio “Torino” a Casa Italia, situata
all’Hotel Dojima nel centralissimo quartiere di Umeda, distretto sud Kita-ku.
L’albergo, oltre ad ospitare la truppa italiana (non gli atleti, alloggiati poco
distanti all’Hotel Rihga e che qui vengono per le conferenze stampa e per
qualche pranzo), è anche il centro promozionale dell’Asics (quarta impresa del
mondo nel mondo per fatturato dopo Puma, Nyke e Adidas) la cui branca europea è
diretta dal presidente della Fidal, Franco Arese. Proprio nella regione del
Kansai, a Kobe e Osaka, hanno i loro quartier generali i due colossi giapponesi
dell’industria di abbigliamento sportivo, Asics e Mizuno.
Lo spazio “Torino”
questa volta, oltre alla promozione degli ormai imminenti Europei Indoor del
2009, è al centro dell’attenzione degli addetti ai lavori per la candidatura ad
ospitare le cosiddette Olimpiadi Estive Giovanili, la manifestazione fortemente
voluta dal CIO e che si terrà per la prima volta nel 2010. In virtù del buon
risultato dei Giochi Invernali del 2006, la nostra città ha le carte in regola
per aggiudicarsi la prestigiosa manifestazione ma deve battere le altre
candidate che sono Mosca, Singapore, Doha, più una quinta città che si paleserà
solo nei prossimi giorni e che potrebbe essere Atene. L’idea è, attraverso una
manifestazione a basso costo e organizzata bene e in fretta, rilanciare tra i
giovani l’idea dello spirito olimpico. La decisione sarà presa dal Council CIO
nel prossimo gennaio.
Osaka non è dietro l’angolo e soprattutto offre condizioni climatiche tutt’altro che favorevoli agli atleti ma anche agli spettatori non giapponesi. Bisogna innanzitutto vincere il jet leg (sette ore in avanti è la differenza di fuso orario), cosa che ho fatto arrivando qui il giorno prima dell’apertura e poi bisogna sopportare un caldo e un’umidità davvero infernali. Si viaggia tra i 35 ei 40° e anche la notte la temperatura non scende di molto. Stamattina alle 7 alla partenza della maratona maschile c’erano già 27°.
Espletate le pratiche burocratiche (accredito
alla famiglia IAAF, pass per lo stadio, tessera per i mezzi pubblici) e quelle
tecniche (far partire il pc in stanza, noleggiare un telefonino con numero
giapponese perché quelli italiani difficilmente funzionano), mi sono tuffato
nella prima giornata di gare.
Per la verità ho assistito alla maratona nella
mia stanza in albergo su un canale televisivo che è una specie di Eurosport
giapponese. I canali satellitari infatti non sono previsti e tra gli americani
si prende solo la CNN tradotta in giapponese. E non è questa l’unica
incongruenza di una paese che dovrebbe essere tecnologicamente il più avanzato.
Dicevo della maratona. Ieri sera a cena a Casa Italia è stato fatto un sondaggio
sulla gara di Migidio Bourifa, il maratoneta marocchino-bergamasco unico
italiano in gara. Tutti hanno dato una posizione e un’ipotesi di tempo. Io,
unico tra i presenti, ho detto che si sarebbe ritirato. Con molto dispiacere ci
ho azzeccato. Bourifa è uscito al 15° km. Quello che non mi ha convinto del
nostro atleta è stato il percorso di avvicinamento: ha optato per un viaggio
all’ultimo momento, mantenendo a Osaka i ritmi di vita dell’Italia. Così ha
corso la maratona come se fosse in Italia a mezzanotte. Facile tutto sommato il
mio pronostico e stamattina dopo la gara gli “avevi ragione tu” si
sprecavano.
Delle gare di oggi. Premetto che ogni considerazione tecnica su tempi e
misure deve fare il conto con le condizioni atmosferiche. Quindi i nove secondi
in più di Elena Romagnolo rispetto al suo personale sui 3000 siepi ci può anche
stare, tenuto conto che molte atlete sono state portate via in barella. Mi ha
destato una buona impressione Simone Collio con 10.22 nelle batterie dei 100,
veramente vicinissimo al suo personale. Chi il personale l’ha fatto invece è
Lamastra che non conoscevo. Gli americani invece sono sconcertanti, solo Tyson
Gay ha fatto impressione anche se si è un po’ nascosto come pure Asafa Powell.
Obikwelu è uscito per falsa partenza, i britannici invece piazzano
Devonish, Lewis-Francis e Pickering (grande tradizione la loro nella
velocità) mentre la sorpresa potrebbe questo sloveno, Osovnikar. Grande tifo per
i giapponesi Asuhara e Tsukahara, entrambi qualificati. Infine si segnala un
certo Gattuso che con 10.55 stabilisce il record di Monaco.
Mi è piaciuta poi
l’autorevolezza con cui il nostro Obrist ha gestito la sua batteria dei 1500.
Nell’eptathlon non finisce mai di farsi ammirare la svedese Carolina Kluft.
A margine della mattina occorre segnalare che lo speaker ha più volte invitato il pubblico a ripararsi all’ombra, laddove possibile, a bere, idratarsi, coprirsi con cappellini. In effetti sugli spalti è tutto uno agitarsi di ventagli con un curioso effetto ottico.
La serata non regala grandi soddisfazioni per i colori azzurri: escono
mestamente nelle qualificazioni il martellista Vizzoni e il triplista Donato.
L’ottocentisa Cusma viene ripescata in virtù del quinto tempo delle escluse.
Carabelli si qualifica al turno successivo dei 400hs con un tempo poco sotto ai
50” e senza destare grande impressione. Infine anche Collio, su cui erano
riposte buone speranze dalla federazione, e Lamastra escono nei quarti di
finale. Qui devo dire che Asafa Powell smette di nascondersi e registra un 10.01
rallentando molto nel finale. Attenzione ai giamaicani ce ne saranno tre in
semifinale. Anche i britannici si qualificano tutti e tre alla semifinale
(grandi!). Il mio favorito Gay segna 10.06 ma non mi impressiona molto. Su
Osovnikar avevo visto giusto: si qualifica per la semifinale e realizza il
primato sloveno con 10.13. Da tenere d’occhio l’antillano Churandy Martina (da
dove arriverà questo cognome?). Pronostico ancora molto incerto.
Infine
l’etiope Tirunesh Dibaba, e non è una sorpresa, si aggiudica un 10000 femminile
in cui succede di tutto. La sorpresa, se mai, è il terzo posto di un’americana
appena dopo la turca Abeylegesse.
A domani.
autore: Riccardo Caldara
il 25/08/2007 - cristyna ha scritto:
Grazie Riccardo! E' bello poter leggere un po' di "dietro le quinte" per meglio assaporare il clima mondiale. Devo dire una prima giornata un po' deludente per i nostri colori. Sia Donato che Vizzoni avevano una qualificazione alla loro portata! Che dire poi di Simone Collio? Nella batteria del mattino (notte qui da noi) l'ho visto davvero bene. Mi aveva impressionato soprattutto per come aveva corso il 10.22 in scioltezza, con vento contro (-1.5) e rallentando su finale. Poi il black out del turno successivo. Alla luce di questo passo falso forse avrebbe fatto meglio ad osare di più in batteria. Così almeno avrebbe portato a casa il personale!
il 25/08/2007 - caldara ha scritto:
Hai ragione Cristina, la tua chiave di lettura su Collio è proprio quella giusta. I tecnici azzurri e lo stesso presidente Arese sostengono che Collio avrebbe dovuto insisitere in batteria, cogliendo due piccioni con una fava: sicuramente il primato personale, rimasto fermo al 10.19 del Golden Gala, ma soprattutto l'inserimento in una semifinale più abbordabile. Morale: sempre correre fino in fondo e mai rialzarsi prima del traguardo.
(Avete visto la mia foto con il lord inglese Sebastian Coe? un gran personaggio: membro CIO, vicepresidente IAAF, presidente del Comitato Organizzatore di Londra 2012)