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    Ass. Atl. Carlo Viola  - via Perloz, 36  11026 Pont-Saint-Martin (AO)

Giornalino

1999

Edizione 1999

Siamo giunti alla terza edizione del "Carlo Viola Book" e dobbiamo dire con soddisfazione che quest'anno più degli altri ci sono motivi per festeggiare tutti insieme. I risultati naturalmente parlano da soli: primati regionali, titoli valdostani, piazzamenti di grande prestigio nel Criterium; ma bisogna anche ricordare che molte nostre cadette l'anno venturo passeranno sotto l'ala del Pont Donnas.

Certo ripetere certi risultati non sempre è possibile, ma quello che più conta e che soddisfa tanto quanto ottenere "le medaglie" è vedere l'impegno, l'entusiasmo e la costanza che mettete sia in allenamento che in gara. Grazie a tutti voi "piccoli grandi atleti".

SOMMARIO:

Intervista al tecnico Piero Cassius
Un episodio divertente di una trasferta
Sono stata convocata per le Olimpiadi
Una corsa lunga 2000 metri
Sci e atletica: 2 modi di vivere lo sport
Sono stata intervistata da un famoso giornalista
La trasferta più divertente

 

 

Foto di gruppo

 

 

 

 

INTERVISTA A PIERO CASSIUS

di Serena Cimalando

Serena Cimalando

Serena quest'anno ha dimostrato delle spiccate qualità di saltatrice ottenendo il primato regionale nel salto triplo con 10.80 e la miglior prestazione dell'anno nel lungo con 4.73.
Ma questo è solo il punto di partenza in quanto i margini di miglioramento sono ancora molto ampi.

Il ruolo dell’allenatore è molto duro e richiede buona volontà; per fortuna può anche portare soddisfazioni e felicità.
Per saperne di più sono andata ad intervistare un ‘giovane’ allenatore, Piero Cassius, della squadra sportiva ‘Carlo Viola’.

Ø      4 parole per definire il tuo rapporto con l’atletica.
L’atletica è uno sport bello e meraviglioso.

 Ø      Da giovane praticavi anche tu questo sport? Eri bravo? Lo facevi solo per divertimento o credevi in un futuro di atleta? Qual era la tua specialità?
Ho praticato l’atletica fino a 19\20 anni. Dopo aver svolto il servizio militare in un gruppo sportivo ho smesso di frequentare l’attività agonistica. Ho iniziato a gareggiare con la scuola, era un mezzo che mi permetteva, partecipando alle finali nazionali, di visitare l’Italia. Come specialità praticavo il mezzofondo e mi piacevano soprattutto le siepi. Ho smesso di gareggiare in quanto non è possibile nello stesso tempo fare l’allenatore e l’atleta.

 Ø      Hai mai sognato di partecipare alle Olimpiadi?
La partecipazione alle Olimpiadi penso che sia un sogno ricorrente per tutti gli atleti di qualsiasi sport. 

Ø      Quando hai iniziato a fare l’allenatore?
Ho iniziato a fare l’allenatore a 21 anni, quando ho smesso di allenarmi. Ormai si può dire che sono un veterano, ma l’entusiasmo non manca e penso che non smetterò tanto presto a frequentare i campi di atletica.

 Ø      Fare l’allenatore: una scelta di vita?; un simpatico passatempo?; un ripiego per non aver sfondato come atleta?
Sicuramente ho iniziato a fare l’allenatore non come ripiego per non essere riuscito a sfondare come  atleta, ma come un modo per continuare a vivere in questo mondo meraviglioso. Allenare un gruppo di ragazzi non è facile, ma ti permette di stare a contatto con i giovani, vederli maturare e crescere.

 Ø      Una speranza per il tuo futuro di allenatore.
Una speranza è sicuramente quella che il gruppo di ragazzi\e che alleno in questo momento è che non smetta troppo presto di praticare l’atletica e che insieme a loro si possano raggiungere traguardi importanti.

 Ø      Un’ipotesi razionale sul tuo futuro di allenatore.
Sicuramente il gruppo di atleti\e che alleno potrà raggiungere nei prossimi anni risultati di rilievo. Fino ad oggi nessun ragazzo mi ha deluso.

 Ø      Tra quelle dell’atletica, qual è la specialità più naturale?…e quella più tecnica?
Tra tutte le specialità dell’atletica, quella più naturale è sicuramente la corsa nelle sue diverse varianti (velocità e resistenza). Invece non saprei indicare quella più tecnica. Indubbiamente i lanci ed i salti sono specialità molto tecniche che richiedono molte abilità fisiche e coordinative per essere eseguite al meglio.

Ø      Non ti è mai andata via la voglia di allenare in questi anni?
Allenare adolescenti non è così facile, a volte viene voglia di lasciare tutto, molto spesso i ragazzi più bravi sono quelli più difficili da trattare e le delusioni sono dietro l’angolo, ma nello sport è molto importante non demordere mai.

 Ø      Quando un tuo atleta vince, quali sensazioni provi?
Molte volte, quando i miei ragazzi gareggiano, sono più nervoso ed emozionato di loro. E’ bellissimo assistere alle gare dei tuoi atleti e quando riescono a migliorare le loro prestazioni un allenatore si sente molto gratificato.

Ø      Le tue atlete si impegnano e sono brave in questo sport?
La maggior parte dei miei ragazzi/e si impegnano e lavorano nel modo adeguato, dovrebbero solo imparare a controllare meglio il loro stato emotivo durante le competizioni. La domanda mi chiede se sono brave, i risultati parlano da soli…… .

 Ø      La squadra si reca sovente in altre regioni per gareggiare, tu preferisci vedere le tue atlete impegnate in gare in Valle o altrove? Se in altre regioni, perché?
In una regione piccola come la nostra, il bacino di utenza è molto ridotto. Nelle gare organizzate in Valle d’Aosta i partecipanti sono sempre molto pochi. Preferisco dunque far gareggiare i miei piccoli atleti fuori valle dove essi possono confrontarsi con altre realtà. Inoltre, gareggiare in manifestazioni importanti, aiuta i ragazzi a crescere e a vivere la gara in un altro modo. Amo molto gareggiare in Liguria dove si può abbinare l’utile al dilettevole cioè fare dei bellissimi bagni in mare.

Ø      Il tuo atleta del secolo che sta finendo.
Il mio atleta del secolo è sicuramente Carl Lewis, grande atleta polivalente dal fisico statuario.

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UN EPISODIO DIVERTENTE DI UNA TRASFERTA

Selena Bosio

Selena Bosio
E' la nostra migliore lanciatrice, ma si è cimentata con grande volontà anche in specialità come i salti e i cross. Nelle gare di livello interregionale si è ben difesa anche se l'emozione a volte gioca dei brutti scherzi !!! 

Di episodi capitati durante una trasferta ce ne sono molti, posso ricordare il viaggio a Catania che si è svolto nei primi giorni di novembre dell’anno scorso.
Al ritorno dal viaggio, nella hall dell’aeroporto Dalila, Serena, Oriana ed io abbiamo incominciato a scorrazzare con due nostri carrelli carichi di bagagli; con sdraiate una di noi.
Bisognava vedere la faccia della gente! Ci guardavano stupiti!
Un altro episodio divertente è stato quando siamo andate a Cesenatico pochi mesi fa, sempre noi quattro come protagoniste.
Ci avevano assegnato una stanza con due letti singoli e uno a castello, e dal momento che nessuna di noi voleva stare su quest’ultimo ci è venuta la grande idea di smontare il letto a castello e di attaccarli tutti vicini. Che fatica!
Ci sono tanti altri episodi, ma quelli che ricordo in modo particolare sono questi.

 

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SONO STATA CONVOCATA PER LE OLIMPIADI!!!!  
(ERA SOLO UN SOGNO).

Oriana Cimalando

Oriana Cimalando

 Oriana, una delle famose "gemelle", quest'anno ha gareggiato tantissimo e con ottimi risultati su tutti il 2.10 record valdostano di asta e il 4.72 di lungo. L'emotività e un pizzico di insicurezza sono forse i suoi piccoli talloni d'Achille, ma le capacità non mancano per cui aspettiamo di vederla in pista con sempre più grinta.

I miei genitori mi corrono incontro urlando e sbraitando come dei pazzi. Spaventata, ma allo stesso tempo curiosa, cerco di capire il motivo della loro felicità……………Gridano: ”Sei stata convocata per le Olimpiadi!”. Contentissima, ma incredula leggo la lettera e dopo lunghi abbracci, corro per tutto il paese ad informare gli amici.
Telefono al mio allenatore per comunicargli la favolosa notizia. Anche lui, un po’ scosso da questa inaspettata sorpresa, mi raggiunge a casa, soprattutto per controllare che non ci sia stato nessun equivoco: non si sa mai, potrebbero sempre aver confuso il mio nome con quello di mia sorella Serena!
Decidiamo di festeggiare e, dopo aver aperto una costosissima bottiglia di champagne, aver ballato e cantato, ormai un po’ brilla, vado a dormire. Nonostante tutti gli sforzi, non riesco però a prendere sonno. Penso a quanto sarà entusiasmante poter partecipare a questa gara mondiale e mi immagino già lì, magari addirittura sul podio.
Di settimana in settimana gli allenamenti si fanno sempre più intensi, più faticosi, ma la sola parola “OLIMPIADE” mi spinge a continuare. Anche il mio allenatore è coinvolto in questa meravigliosa esperienza, desideroso di cominciare ad intraprendere una nuova carriera da manager.
È finalmente arrivato il fatidico giorno e la mia mamma non smette di gridarmi nelle orecchie: ”Dai svegliati che sei in ritardo!!”. Ed è proprio vero! A scuola la lezione di matematica è già cominciata da un pezzo………………E’ stato soltanto un bellissimo sogno.

 

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UNA CORSA LUNGA 2000 M:
QUANTI PENSIERI TI FRULLANO PER LA TESTA

di Beatice Raso

Beatrice Raso

Che dire di Beatrice se non Brava, Brava, Brava. Il suo capolavoro è stato il terzo posto al Criterium Nazionale Cadette sui 2000 con annesso record valdostano. Ha iniziato l'atletica da poco più di un anno e certo i risultati non si sono fatti attendere.

E' da circa un anno che pratico l'atletica a livello agonistico e più trascorrono i mesi, più mi appassioni a questo sport. La mia specialità è il mezzofondo, una disciplina dura dove è difficile emergere perché, oltre che fisicamente, bisogna essere forti mentalmente. Quest'anno la mia stagione si è chiusa con la realizzazione di un sogno al quale, fino a poco tempo fa, non pensavo neanche minimamente: sono salita sul podio tricolore al Criterium Nazionale Cadetti nella gara dei 2000 m. E' vero, si è trattato del gradino più basso, la medaglia è stata di bronzo, ma posso assicurare che per me è valsa più di un oro…

"Ai vostri posti. Pronti …" Lo starter aveva appena terminato di pronunciare la solita frase di rito e noi ci eravamo disposte una accanto all'altra dietro la fatidica linea bianca. Attorno a me sentivo il respiro corto e regolare delle mie avversarie, ero decisa a non concedere nulla a nessuno. La paura e l'incertezza che mi avevano colto durante il riscaldamento si erano fatte da parte per lasciare posto alla fredda determinazione della gara.

Lo sparo. Partite.

Le persone sulle tribune scorrevano davanti ai miei occhi come macchie indistinte di colore, non sentivo più nulla, solo il mio passo leggero e regolare sulla pista. Ogni giro era una sfida contro me stessa, contro le avversarie, contro il cronometro. Quando mi sono trovata lì a correre spalla a spalla con altre tre atlete, quasi non ci credevo: più di una volta mi sono domandata se ero proprio io ... Mi sono venuti in mente tutti gli allenamenti, tutti i sacrifici che avevo fatto per arrivare a quel punto; ho ripensato al mio allenatore, a mio papà, a Cristina Vuilly (ma non diteglielo, se no poi chissà cosa pensa!!!) che mi aveva seguito, passo a passo, prima della gara per caricarmi come si deve. Al momento di lasciarla ero stata io a chiederle di mettersi alla curva per farmi il tifo e, devo ammetterlo, quella volta è stato l'unico che ho sentito … Mi ricordo che quando il giudice ha suonato la campana dell'ultimo giro, io ho ricevuto come uno scossone ed è stato lì che ho capito una cosa importante: potevo farcela, una medaglia sarebbe stata mia. Le gambe cominciavano a dolermi per lo sforzo prolungato ed era come se qualcuno all'arrivo si stesse divertendo a sollevare la pista che si stava trasformando in una salita durissima. Sono andata avanti con una forte forza di volontà, non potevo mollare, non ora ……..

Tagliato il traguardo, le lacrime mi sono salite agli occhi. Ero terza.

E' stato bellissimo.

 

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SCI E ATLETICA: DUE MODI DI VIVERE LO SPORT

di Cristina Vuillermin

Cristina premiata da Gianluca Garbinato

Dulcis in fundo, ultima, ma non ultima delle cadette, Cristina detta "Vuilli". Lei ama lo sci di fondo, ma ha una cotta anche per l'atletica. Difficile far convivere le due attività soprattutto se in una sei tra le migliori d'Italia, ma Cri è una tosta e crediamo che neanche quest'anno ci deluderà. Intanto ha corso i 600 in 1'43" ed è primatista nella staffetta 2+4+6+8 con Stefania, Oriana e Bea.

 Si sta avvicinando il 25 dicembre. Credete a Babbo Natale? Io sì, ho un feeling particolare con lui. Fin da quando avevo 4 anni, so quello che voglio: sotto l’albero ho sempre trovato un paio di sci o dei guanti oppure una tuta o ancora delle scarpe da ginnastica.
Mi ricordo la prima volta che ho messo gli sci ai piedi; erano sci larghi e corti, cortissimi; mi divertivo un mondo. Per me le bambole non erano nulla in confronto a quel gioco e le mie braccine erano spesso in movimento sulle piste da sci. Poi quelle braccia sono cresciute, gli sci si sono allungati e quel “gioco” si è fatto un po’ più serio: ecco le prime gare e le prime sconfitte, ma io ho continuato a giocare ed è così che sono arrivate le prime coppe, i primi podi. Ed infine la grande soddisfazione delle medaglie tricolori e dell’entrata in squadra Asiva. Anche oggi che per praticare sport duri come lo sci e l’atletica, devo compiere molti sacrifici (rinunciare al “sabato sera”, all’incontro con i compagni) per me lo sport rimane un GIOCO.
Molti giovani che mi conoscono pensano che io stia “bruciando” la mia gioventù, che lo sport sia per me un lavoro obbligatorio, ma si sbagliano. Quando non mi divertirò più, quando non proverò più alcuna emozione a “sudare”, allora smetterò di correre, di sciare. Ma sinceramente credo che non finirà mai la magica sensazione che provo nel far scivolare gli sci nei bianchi binari. Penso che non possa estinguersi la voglia di correre su quella rossa pista gommosa.
Non ho idea di come si possa non amare lo sport, eppure molte persone lo odiano, lo considerano una perdita di tempo e reputano l’agonismo – sentite questa – poco educativo.
Io (e molti di voi) posso (possiamo) “smontare” questa loro falsa teoria, questa loro stupida idea. Per me la pratica sportiva ed in particolare l’attività agonistica è una maestra di vita, socialmente, più educativa della scuola.
Sciando, correndo ho imparato ad accettare le sconfitte, a superare gli ostacoli (ben più alti di …) e ad andare avanti (talvolta metro per metro che da “metro piano” diventa “in salita”).
Lo sport mi ha insegnato cos’è la collaborazione, il lavoro di squadra (vero staffettiste?), mi ha dato prove concrete di lealtà: una volta in gara ho rotto un bastoncino e … in quel momento passava una ragazza dello sci-club “nemico”, beh non ha esitato e mi ha dato il suo! Non è forse una grandissima lezione di vita?
Dallo sport ho imparato il vero significato dell’amicizia:
-         è bellissimo quando, tagliato il traguardo, puoi abbracciare l’allenatore e i compagni di squadra
-         è meraviglioso quando ti butti sulla neve e vieni risollevata da un’altra avversaria che ti porge del tè caldo!
-         è troppo emozionante sentire gli incitamenti dei compagni dagli spalti; è grazie a queste cose che si stringono i denti e che si riesce a far fermare prima il cronometro.
Lo sport ha impegnato migliaia di giovani tenendoli lontani della droga, dall’alcol…, dalle cattive compagnie ed ha ridato una ragione di vita a numerosi disabili che avevano perso il sorriso. Ogni sport quando praticato con impegno e lealtà è degno di rispetto.
A tutta quella gente che critica il nostro “stile di vita” dimostreremo che lo sport dà tanto alla società, già perché siamo noi concorrenti che impariamo ad essere leali, a rispettare le regole e gli avversari, a collaborare ad impegnarci per un obiettivo, ad accettare gli insuccessi e ad assaporare meglio le cose belle della vita. Insomma i cittadini modello del domani siamo noi giovani atleti.

 

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SONO STATA INTERVISTATA DA UN FAMOSO GIORNALISTA

di Susanna Vicenzi 

Samuela e Susanna

Oggi 19 novembre un famoso giornalista mi ha intervistata e mi ha domandato come è andata questa stagione agonistica. Io gli risposi che è andata meglio gli altri anni e che una mia amica mi ha rubato il primo posto.
Però io so di aver dato tutto quello che potevo e quindi sono fiera di me stessa.
Quest’anno ho cambiato categoria, perciò sono passata al primo anno di cadetta infatti avrò più avversarie sia più forti sia più deboli per cui più competizione.
È quello il bello dell’atletica.
Il bello dell’atletica è anche quando hai sedici anni che puoi scegliere la specialità che vuoi. Io poi sceglierò salto in alto dove forse ho avuto più soddisfazione.
Poi invece mi chiese quale odiassi di più e gli risposi che era la resistenza. È una cosa che ho odiato fin dalla nascita.
LA ODIOOOOOOOOO!
Mi chiese pure se praticavo altri sport e gli dissi che vado in bici e pratico palestra.
Chiusi l’intervista dicendo che mi piace tanto sia l’atletica, sia gli allenatori, gli amici, ecc.

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LA TRASFERTA PIU' DIVERTENTE

di Nicolò Venturini

Nicolò Venturini

Era il 22 giugno 1999 e tutto era pronto per la trasferta a Celle Ligure. Faceva molto caldo o forse no, questo proprio non me lo ricordo. Quello che più mi interessava era infatti l’idea del pernottamento in campeggio; perlomeno nel senso di dovermi montare la tenda. (Se si esclude la prova effettuata il giorno prima in giardino.)
Il viaggio è stato piuttosto lungo e stremante (abbiamo dormito quasi tutto il tempo).
Appena giunti al campeggio abbiamo iniziato a montare le tende. Con un po’ di pratica, qualche problema e alcune dita nere, siamo riusciti nell’intento con mia grande soddisfazione.
Successivamente siamo andati in spiaggia per pranzare e giocare.
Nel pomeriggio, abbiamo gareggiato. Io non credo di aver ottenuto risultati brillanti, in verità anche su questo punto ho qualche dubbio…
L’importante è partecipare e, soprattutto, divertirsi!

 

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